giovedì 1 aprile 2010

Tutto o niente (2002)


Film di Mike Leigh regista britannico, un esponente del neorealismo inglese.
Al centro delle vicende tre famiglie che abitano la periferia londinese, un particolare occhio di riguardo viene dato alla quotidianità di Phil e Penny e dei loro due figli.
Questo regista possiede la capacità di rendere i personaggi persone umane, molto umane, talmente umane da indurre lo spettatore spesso nell'imbarazzo, come se stesse sbirciando nella vita di qualcun altro. L'ambiente in cui vivono, a differenza di Ken Loach, non possiede una carica di denuncia evidente, ma è intrinseca in certe immagini ed in certe situazioni: i grandi palazzi popolari, le strade squallide dell'ambiente suburbano, i lavori senza possibilità di emancipazione e di carriera, la povertà e la sopravvivenza quotidiana, ecc. Quindi quello di Leigh non è un impegno sociale immediato, ma assolutamente deducibile. A fare da primo piano nei suoi film, sono le storie d'amore e d'affetto, quelle che si vivono all'interno di quel contesto, ma che sono universali e riadattabili a qualsiasi altro ambiente. Le dinamiche tra i personaggi non sono mai esplicite, i caratteri si esprimono sempre attraverso il turpiloquio, gli sguardi, i gesti, i comportamenti. Niente viene spiegato, ma solo intuito e alla fine compreso, proprio perchè estremamente umano. Gli abbracci e le lacrime, le grida e le porte sbattute, non sono altro che sentimenti muti, espressi per vie traverse. E in queste espressioni si racchiude il male di vivere, l'inadeguatezza verso una condizione umile impossibile da accettare, e una difficoltà nel richiedere e nel dare amore causata proprio da contesto in cui si vive. Ma alla fine di tutti i suoi film, Leigh ci regala una speranza, e questo film non fa eccezione.
8/10

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