giovedì 28 gennaio 2010

sono solo macchine


E' strano il rapporto che noi esseri umani evoluti abbiamo con la tecnologia, il più delle volte spegniamo il cervello sicuri che le macchine prendano il posto della materia grigia. Voglio raccontare ciò che mi è accaduto poco fa allo sportello del bancomat, è una scemata, ma è estremamente esplicativa dello stato di morte celebrale a cui stiamo inesorabilmente andando incontro.
Dunque, sono andata a prelevare compiendo i gesti rituali di sempre, quelli che mentre li fai pensi alla biancheria in lavanderia, a tua suocera che ti ha chiamato tre volte, ai calzini bucati di tuo marito, al tramezzino schifoso delle undici, al colore dei capelli da rifare...insomma, pensi a tutto tranne che al PIN o a quello che stai facendo. Come quando si guida percorrendo la stessa strada di sempre. Solo che alla fine è accaduta una cosa diversa dal solito: c'era un tipo dopo di me, e dopo aver ritirato i soldi e la mia carta, mi sono sentita bloccare con un sonoro "Aspetti!!" Preoccupatissima mi sono sentita dire "Signora, deve aspettare!! E confermare di aver terminato le operazioni, altrimenti un altro le prende i soldi dal conto!!". Il tipo pareva intelligente, ben vestito, distinto, ma perchè dice castronerie di questo tipo? In effetti sul display del bancomat era rimasta la scritta "desidera proseguire le operazioni?", ma niente paura dato che la tessera l'avevo ritirata e i soldi pure. Quindi ho deciso di fare un'opera di bene: far capire al tipo che senza tessera non si preleva. Allora, detta così pare una cosa banale, ovvia, ripeto: SENZA TESSERA NON SI PRELEVA. Però c'è un però, la macchina ti fa la domanda e tu se non rispondi che accade? Secondo un ragionamento razionale la risposta è NIENTE, ma secondo un ragionamento dipendente dalla stessa macchina, la risposta è CATASTROFE. Le conseguenze sono: ti svuotano il conto, ti clonano il PIN, rintracciano il tuo indirizzo di casa, ti saccheggiano il frigo, ti mangiano la torta allo yogurt (si, proprio quella che hai fatto ieri) e usano il tuo bagno senza tirare lo sciacquone. E tutto questo perchè quando il bancomat, un computer, una macchina, ti ha chiesto "desidera proseguire le operazioni?" tu gli hai voltato le spalle. Sono stata circa due o tre minuti col tipo a tentare di spiegare che senza tessera non si può prelevare, ma niente...solo dopo, quando me ne stavo per andare, mi sono sentita dire "venga, venga che le faccio vedere!". Ovviamente quando alla domanda "desidera proseguire le operazioni?" lui ha digitato sul si, la macchina gli ha detto di inserire la tessera...
Ecco, se l'uomo non inserisce qualcosa dentro qualcos'altro, questo qualcos'altro non funziona. Non è difficile da capire, non ci vuole molto e qualche volta possiamo tranquillamente voltare le spalle ad una domanda posta da un macchina, e andarcene via fieri di aver scelto di usare la nostra testa.

lunedì 25 gennaio 2010

A SERIOUS MAN e TRA LE NUVOLE


Comincio col parlare dell'ultimo film dei fratellini Coen. A serious man è un film cervellotico così come le lavagne riempite di formule matematiche del protagonista. E' un film che fa usare il cervello più che la sfera emotiva, o almeno ci riesce fino alla fine, quando sopraggiunge la paura e l'emozione. Sotto questo punto di vista l'ultima opera dei Coen è estremamente coerente coi temi trattati. Le vicende del protagonista si svolgono negli anni sessanta e profumano a tutti gli effetti di autobiografico. Larry è un professore di fisica, ebreo osservante, ha una moglie che vuole il divorzio e due figli: una ragazza che si lava in continuazione i capelli e un ragazzino che si fa le canne e si prepara per il Bar Mitzvah. Ha una vita assolutamente normale che cerca di condurre nel modo più serio possibile. Però ad un tratto accadono tanti piccoli eventi che lo scombussolano. E lui, come qualsiasi persona estremamente razionale, vuole delle risposte ai perchè...diciamo ai perchè dell'eccessiva sfiga? Alcune sequenze sono capolavoriche, altre poetiche (ho amato molto le immagini di quando sale sul tetto di casa per vedere il mondo in un'altra prospettiva) e l'ironia del primo tempo raggiunge vette esilaranti. la parte centrale tende un po' a ripiegarsi su se stessa, ma le ultime sequenze sono molto belle e regalano all'intera pellicola quell'alone di mistero e di incertezza che avvolge la vita di ognuno di noi.
Bello.

Primo film dell'anno, invece, non è stato Avatar (a dispetto delle file chilometriche e del tutto esaurito), ma il nuovo film di Reitman, quello di Juno, tanto per intendersi: Tra le nuvole.
E' una commedia agrodolce che alterna momenti brillanti ad altri decisamente più drammatici. Il protagonista, infatti, è un tagliatore di teste. Un tipo che indora la pillola del licenziamento e girovaga prendendo aerei e attraversando gli USA in lungo e in largo. I temi affrontati sono assolutamente attuali: la crisi economica partita proprio dagli USA, ha causato la perdita del posto di lavoro di molti; la solitudine come scelta sofferta, a discapito di una vita che ti dà punti di riferimento, come quella di chi possiede una casa con una famiglia dentro. Il protagonista, che tanto somiglia al suo interprete (George Clooney), è essenzialmente una persona sola, che come unico scopo ha quello di accumulare miglia di volo. Il film parte molto bene, mi sono piaciute un sacco le inquadrature della valigia, della meticolosità con la quale il protagonista la prepara. Sembra di assistere ad un rituale professionale quasi sacro, tipo quello svolto dai chirurghi prima di entrare in sala operatoria. Benissimo anche le sequenze al check in, che fanno parte anch'esse del medesimo rituale. Bene l'incontro con Vera, però verso metà film qualcosa si guasta. L'ingresso in scena della giovane arrivista fa scricchiolare un po' l'originalità della partenza inserendo luoghi comuni a raffica che non sto ad elencare, ma che mi hanno annoiato alquanto. Alcune sequenze perfettamente inutili, tipo il festino all'hotel di Miami o il matrimonio della sorella con relativo convincimento del cognato. Mi rendo conto che leva di qua e leva di là, il film che già lungo non è, sarebbe durato uno sputo, però tirando le somme mi pare che alcuni elementi ripetitivi (le interviste di licenziamento, l'appartamento di lui, ecc) non facciano altro che allungare il brodo, che già di per sè tanto gustoso non è. Il tema affrontato è "attuale", forse un po' meno "interessante"?
Verso la fine mi sono risollevata...diciamo che la sequenza finale con la mano di Clooney che molla il trolley davanti al cartellone delle partenze, mi ha emozionato, però è stata la parte centrale della pellicola a lasciarmi perplessa. Direi che a livello qualitativo è uguale a Juno, sia per i pregi che per i difetti.
Passabile.


venerdì 22 gennaio 2010

Il parassita


A volte ho paura, sento il mondo mancarmi sotto i piedi, temo in un calo di attenzioni nei confronti delle mie responsabilità, sento il peso della vita accumularsi sulle mie gracili spalle. E' in quei momenti che mi accuccio come un gatto vicino a te, mi tiro il plaid sulle gambe, mi appoggio su di te. Su quel divano che ha visto di tutto e ha sentito tante storie, su quel divano che ogni tanto lavo dagli odori della vita rendendolo vergine e puro. Metto il rivestimento in lavatrice e lo resetto per farlo ripartire, pronto all'ascolto di nuove storie, pronto a subire i rigurgiti di altro latte, pronto ad assaporare impronte di nutella, tracce di fumo e zaffate intense di caffè. E mentre distrattamente tu leggi, io attingo energia da te, così come un parassita trae linfa vitale dal suo ospite. Perchè il parassita non ha vita autonoma, ma dipende dal suo ospite al quale è più o meno intimamente legato. La relazione tra parassita e ospite può essere anatomica, di sicuro è fisiologica. Il parassita ha una struttura morfologica più semplice rispetto al suo ospite, il ciclo vitale più breve e ha rapporti con un solo ospite. A volte accade che il parassita infetti il suo ospite, procurandogli malattie e infezioni che potrebbero anche farlo morire. A quel punto muore anche il parassita.Mio caro ospite, prometto di mantenere l'igiene e di non infettarti, tu però promettimi di sederti sul divano sempre così, di passare sempre la tua mano tra i miei capelli, di riempirmi di dolci e lievi pizzicotti, ma soprattutto promettimi di sorridermi come fai sempre.Perchè a volte vedo il buio davanti a me, e tu accendi sempre la luce che mi mostra la vita.

giovedì 21 gennaio 2010

4 mesi, 3 settimane e 2 giorni


Ho rimandato all'infinito la visione di questo film rumeno di Cristian Mungiu. E' del 2007 ed ha vinto la palma d'oro. Rimandavo perchè il tema, l'aborto clandestino, mi ha sempre frenato. Non avevo voglia di vedere immagini dolorose che scuotono la parte più sensibile del mio essere donna. I film che trattano il tema li ho sempre accuratamente evitati, infatti. Ma non potevo mancare alla visione di questo, soprattutto perchè descrive realisticamente l'atmosfera rumena degli ultimi anni del regime Ceausescu. E' la storia di una studente universitaria che aiuta l'amica ad eseguire un aborto clandestino. Quello che colpisce del film è sicuramente l'atmosfera soffocante di una nazione che limita il pensiero e i movimenti. Mi sono sentita legata anche fisicamente, e le immagini squallide sia degli interni che degli esterni, rendono la pellicola dura da digerire. Lo stile è realistico e la scena della cena intorno al tavolo a casa del fidanzato della protagonista, è quella che mi è piaciuta di più.
Una nazione e delle persone senza futuro, uno spaccato di solitudine interiore e di sofferenza. Molta disperazione.

Conclusione? Preferisco un altro tipo di cinema.

voto: 6.5

martedì 19 gennaio 2010

Ci sono tre modi per cucinare il cibo: quello giusto, quello sbagliato e come lo cucino io


Ieri sera sono tornata a casa tardi e generalmente quando succede ciò, il mio dolce e premuroso maritino mi fa trovare qualcosa di commestibile pronto in tavola. Ieri però si è occupato tutto il tempo della prole, così non è riuscito a fare niente, se non sfamarla e metterla a letto. Nel silenzio irreale di casa mia, ho deciso che mangiare una mozzarella e un'insalata equivaleva a sciupare l'atmosfera tra me e lui. Va bene che l'anima si nutre solo di sguardi, ma la fame è la fame, non è che puoi ignorarla! Così ho aperto il frigo: tristezza. Non c'era un gran che, solo l'ormai onnipresente insalata, gli onnipresenti mandarini, due confezioni di ravioli, una di salmone affumicato, il succo di frutta avanzato di mio figlio e ovviamente le mozzarelle. Come dicevo? Ah si: tristezza. Mi sono detta 'echeccazzo' e ho dato libero sfogo alla fantasia.
Ed ecco la ricetta per il sughino dei ravioli: ho messo a rosolare un battuto di aglio e prezzemolo con due cucchiai di olio, dopo pochi minuti ho aggiunto una scatoletta di tonno e ho fatto insaporire. In freezer avevo una piccola confezione di gamberetti sgusciati, ecco, ho aggiunto pure quelli al tonno. Dopo ho preso il salmone affumicato, l'ho sminuzzato con la mezza luna (adoro tritare con quello strumento) e l'ho unito al tonno e ai gamberetti. Poi ho sfumato il tutto (quando ha cominciato a sfrigolare) con il prosecco di Valdobbiadene. La consistenza non andava bene, ci voleva un legante. Così ho preparato a parte una leggera besciamella con mezzo litro di latte, poca farina (vado ad occhio, ma su per giù saranno stati tre cucchiai) e una noce di burro. La besciamella deve risultare poco densa. L'ho aggiunta al preparato, e ho messo sale (non tanto perchè il tonno e il salmone sono già salati), pepe e peperoncino. E alla fine quando tutto pareva perfetto, ho aggiunto il tocco di classe: una bustina di zafferano.
Ho immortalato il sugo:


Io sono modesta, quando occorre, ma in questo caso non me la sento di esserlo. Posso assicurare che i ravioli conditi con questo sugo sono paradisiaci. E ovviamente vanno accompagnati con lo stesso prosecco utilizzato (va bene anche lo champagne o un vino bianco asciutto) per sfumare il sugo.

P-A-R-A-D-I-S-I-A-C-I

lunedì 18 gennaio 2010

Sherlock Holmes, A Christmas Carol e I love you man. Tre in un colpo solo.

Riprendo in mano le mie considerazioni cinematografiche dopo lunga pausa, e lo faccio con un trittico di pseudo cazzate, che però a tratti fanno bene alla panza di una cinefila a digiuno da troppo tempo (tre settimane?).


Comincio col meglio e finisco col peggio: Sherlock Holmes. Film che ama il cazzeggio, così come il suo regista. Il simpatico Guy Ritchie ci propina un investigatore lercio e drogato, che si diverte con le droghe e le lotte stile Figth Club. Il film si snocciola leggiadro e scorrevole, regalando allo spettatore momenti divertenti e rocambolate registiche niente male. Notizia fresca di giornata è il Golden Globe a Robert Downey J. come attore protagonista...mi pare esagerato, ma ormai questo attore (bravo, eh) lo premierebbero anche se facesse la pubblicità dei plasmon.
Tornando al film: belle le ambientazioni, carina ma non originale la trama, ottima la regia. Peccato però che i contenuti sono un po' usa e getta, e dopo qualche giorno uno si può anche dimenticare di aver visto il film di Ritchie. Va beh, piuttosto scontato un sequel.


Continuo con A Christmas Carol. Film del grande (mi sembra il caso di dirlo) Zemeckis. Qui andiamo sul classico, nessuna variazione al fortunato racconto di Dickens, recitazione ineccepibile del camaleontico Jim Carrey. C'è anche Gary Oldman (oltre a Colin Firth) e scusate se è poco.
Se non fosse per il digitale e il 3d, il film sarebbe scivolato via con estrema indifferenza da parte della sottoscritta. Ma visto in periodo natalizio con gli occhialetti e la neve fuori dalla sala cinematografica (e anche dentro, dato che gli effetti 3d regalavano i fiocchi di neve anche in sala) ha lasciato traccia. In ogni caso il racconto di Dickens non mi stuferebbe mai, anche se ne facessero 100 versioni cinematografiche...ma forse ne hanno già fatte più di 150.



Passiamo alle note dolenti: recuperato I love you man. Filmetto commediola senza vette, senza novità, senza entusiasmo, ma soprattutto senza niente di cui parlare. Il film si regge su di una trama scontata e debolissima, quasi mi hanno fatto pena gli sceneggiatori. Si tira avanti nella visione con enormi sbadigli, a forza di inerzia, provando quasi pietà per quelle scene e quelle battute stiracchiate, forzate. Sembrerebbe che qualcuno abbia detto agli sceneggiatori: 'andate e fate ridere'. Peccato che il film, oltre a non avermi strappato neanche un sorriso, mi ha provocato istinti omicidi nei confronti della coppietta perfetta dei fidanzatini, per poi procurarmi istinti omicidi nei confronti della coppietta perfetta dei due neo amichetti. Bleah.

venerdì 15 gennaio 2010

Vivere Spettinata (per tutte le donneeeeeee)


Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, perciò ho deciso di vivere la vita con maggiore intensità.
Il mondo è pazzo. Decisamente pazzo...
Le cose buone, ingrassano. Le cose belle, costano. Il sole che ti
illumina il viso, fa venire le rughe. E tutte le cose veramente belle di
questa vita, spettinano...
- Fare l'amore, spettina.
- Ridere a crepapelle, spettina.
- Viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare, spettina.
- Toglierti i vestiti, spettina.
- Baciare la persona che ami, spettina.
- Giocare, spettina.
- Cantare fino a restare senza fiato, spettina.
- Ballare fino a farti venire il dubbio se sia stata una buona idea
metterti i tacchi alti stanotte, ti lascia i capelli irriconoscibili ...

Quindi, ogni volta che ci vedremo, avrò sempre i capelli spettinati...

Tuttavia, non dubitare che io stia vivendo il momento più felice della mia vita. E' la legge della vita: sarà sempre più spettinata la donna che scelga il primo vagoncino sulle montagne russe di quella che scelga di non salire...
Può essere che mi senta tentata di essere una donna impeccabile,
pettinata ed elegante dentro e fuori.

Questo mondo esige bella presenza: pettinati, mettiti, togliti, compra,
corri, dimagrisci, mangia bene, cammina diritta, sii seria...

Forse dovrei seguire le istruzioni però... quando mi ordineranno di
essere felice?
Forse non si rendono conto che per risplendere di bellezza, mi devo
sentire bella... La persona più bella che possa essere!

L'unica cosa che veramente importa è che quando mi guardi allo specchio, veda la donna che devo essere. Perciò, ecco la mia raccomandazione a tutte le donne:

Abbandonati, Mangia le cose più buone, Bacia, Abbraccia, Balla,
Innamorati, Rilassati, Viaggia, Salta, Vai a dormire tardi, Alzati
presto, Corri, Vola, Canta, Fatti bella, Mettiti comoda, Ammira il
paesaggio, Goditela e, soprattutto, lascia che la vita ti spettini!!!!

Il peggio che può succederti è che, sorridendo di fronte allo specchio,
tu ... debba pettinarti di nuovo

Autore Ignoto

giovedì 14 gennaio 2010

Mad Men (ovvero, il trionfo del politically scorrect)


Ci siamo, sta notte causa insonnia dovuta a jet lang vacanziero, mi sono sparata le ultime puntate della terza serie di questa droga sotto forma di immagini televisive. Ero titubante, il mio amico Dexter mi aveva lasciato in uno stato di dipendenza totale, tale da non riuscire ad introdurre nel mio organismo nessun altro tipo di droga. Invece dai che ti ridai, puntata dopo puntata, mi sono ritrovata Mad Men-dipendente.
La domanda di chi legge potrebbe essere: perchè definirla politically scorrect? Semplice, perchè lo scopo della serie -oltre allo scavo psicologico dei personaggi e della società americana degli anni sessanta, oltre allo studio dei rapporti interpersonali e delle dinamiche umane dentro gli uffici-istiga al fumo, all'alcol, al tradimento e alla stronzaggine. Questa serie farebbe venire voglia di bersi un doppio scotch on the rocks anche al più incallito tra gli astemi, farebbe riprendere a fumare anche un malato terminale di cancro ai polmoni, indurrebbe al tradimento il più fedele dei mariti e al razzismo e all'omofobia il più mansueto degli esseri umani. Viviamo in un periodo sociale e storico, in cui si montano casini e questioni morali (negli Stati Uniti, ovvio) se un personaggio di Avatar (l'ultimo film di Cameron) accenna ad accendersi una sigaretta...beh, i signori che si indignano disgustati, dovrebbero vedere Man Men, basterebbe metà di una puntata qualsiasi per farli stramazzare al suolo scandalizzati.
Però quelli erano gli anni sessanta...adesso nessuno fuma più negli uffici, gli omosessuali sono liberi di viversi la loro vita, non si beve più e non si tradisce più. E abbiamo Obama come presidente degli USA.
Adesso siamo tutti più buoni e più puri. Quasi quasi mi iscrivo anch'io al partito dell'amore.

lunedì 11 gennaio 2010

i tuoi occhi

Paesaggi innevati, e i tuoi occhi
Freddo, e i tuoi occhi
Tè caldo, e i tuoi occhi
Odore di tabacco, e i tuoi occhi
Schiuma da bagno, e i tuoi occhi
Castelli, laghi, mostri, e i tuoi occhi
Ristoranti, pub, gente, fumo, strade, negozi, sabbia, oceano, strane creature, paura, sonno, amore, desiderio, mancanza, attesa, comunione, parole, silenzio, confidenza, distacco, unione, colazione, brioche
e i tuoi occhi, i tuoi occhi sempre.