martedì 16 febbraio 2010

Amabili Resti




Non ci sono parole quando si va al cinema e si assiste a qualcosa che non era preventivato. Non credevo potesse accadere, ma è successo. Mi sono innamorata di questo film. E non ho nessuna intenzione di raccontarlo, bisogna vederlo, bisogna lasciarsi andare e trasportare dalle emozioni legate alle immagini. Le vibrazioni dell'anima.

Edit: invece ne parlo:
Amabili resti sono quelli che impediscono il distacco totale tra la vita e la morte. Susie lascia la vita terrena ma ne rimane ancora ancorata, i punti di contatto sono un braccialetto, un cappellino con i sonaglini, una bottiglia con una nave, un biglietto d'amore, un fiore, delle foto, un ciuffo di capelli. Gli stessi oggetti sono motivo di dolore per la perdita da parte dei familiari, ma anche motivo di preoccupazioni e di legame morboso tra Susie e il suo carnefice. La morte della ragazza è più vita di quella terrena, Tucci si muove dentro la sua tana come racchiuso in un inferno, come perseguitato da una maledizione. Ricrea case per bambole, unico spiraglio fresco e vitale nella cupezza della sua esistenza. Susie, invece, per forte contrasto, si muove nel suo cielo come avvolta dalla vita. E gli unici momenti di buio, sono quelli attraverso i quali lei viene a contatto con la dura realtà: quando vede la famiglia che la cerca, o quando è nel bagno insieme al suo assassino (una delle più belle scene, tra l'altro). Salvo poi "rivivere" nel finale e prendersi quello che all'età di 14 anni ancora non aveva avuto: l'amore. E' in questo struggente momento, in cui i sogni si realizzano tramite la morte, che il lirismo di Jackson si fa più prepotente e sfacciato, in cui esplode tutta la passione sentimentale e romantica propria dell'autore.
Il mondo immaginario, la terra che sta in mezzo, è quella immaginata da una vergine come Susie, in cui i colori, i fiori, i profumi, il mare e i tramonti, prevalgono su qualsiasi altro immaginario. Un mondo in cui le sue amiche ballano sulle zeppe e indossano vestiti colorati. Lo stesso mondo e gli stessi colori che ritroviamo nella sua camera, la camera di una quattordicenne. In questo Jackson è stato coerente e preciso, e tutte le volte che la camera inquadra scorci della cameretta di Susie, non si può non ricollegare tutto al suo mondo ultraterreno.
L'elaborazione del lutto è qualcosa che noi mortali viviamo sempre dalla nostra parte, con Amabili resti invece viviamo la morte da parte di chi il mondo l'ha lasciato. E anche nelle scene in cui Susie non c'è, noi come i suoi familiari (in particolar modo il padre e il fratellino), ne sentiamo sempre viva la presenza.
Il notevole lavoro del regista è stato quello di prendere il romanzo e tirare fuori gli elementi che più l'hanno colpito e affascinato, i paralleli sono futili, ma cogliere i punti essenziali non è da tutti. Jackson è riuscito a farlo, è riuscito a mostrarci gli amabili resti di un romanzo con estrema poesia, ma anche con forza e coraggio, regalandoci un film che non dimenticherò mai.

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