martedì 9 febbraio 2010

An Education


Tre candidature all'oscar 2010 per questo film: miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior attrice protagonista. A proposito di oscar, non ho ancora esultato sul mio blog per le otto nomination per Bastardi senza gloria? Beh lo faccio adesso: yuppyyyyyyy!!! Anche se sicuramente non ne prenderà neanche uno, come succede sempre ai film di Tarantino, ma non importa. Rimane un capolavoro anche senza oscar.
Ma tornando al film in questione, fa parte di quella categoria di film che io chiamo "evasioni" e che a me tanto piacciono, perchè essenza del cinema stesso. Mi spiego meglio: quando un film riesce a comunicare perfettamente e a spiegare il senso della voglia di evasione diventa anche metacinema, perchè non è forse scopo primario del cinema quello di trasportare la mente fuori dalla dimensione reale? Il cinema non è dunque evasione? Fanno parte di questa categoria alcuni di quelli che io chiamo "miei film", come i Ponti di Madison County, Lost in Translation (dal cui titolo mi sono ispirata a questo blog), Marie Antoinette, Nemico Pubblico, The New World.
La storia si svolge a Londra negli anni sessanta, Jenny una liceale sedicenne si spacca in quattro con lo studio per essere ammessa a Oxford, ma incontra David, un uomo molto più grande di lei apparentemente libero e anticonformista, che la porta a conoscere posti che lei ha solo sognato chiusa nella sua cameretta. Riesce anche a farsi benvolere dai genitori tradizionalisti e conservatori, che accettano la relazione nonostante la differenza di età. Però alla fine Jenny dovrà fare una scelta...
Il film è ben scritto, ottimamente recitato. Descrive la società inglese dei primi anni sessanta, spaccata tra conservatori e progressisti, tra vecchio e nuovo, tra voglia di trasgredire le regole ferree e quella di stravolgerle. Jenny come tutte le adolescenti, sogna mondi irraggiungibili, sogna Parigi, la musica, i teatri e tutto ciò che contrasta il suo piccolo mondo chiuso e grigio. In David trova la valvola di sfogo e forse anche l'amore. La Parigi da cartolina che a metà film sintetizza la fuga, l'evasione di Jenny, è emblematica, simbolo dei sogni. Sembra quasi irreale...ma la vita vera è un'altra cosa, e l'ormai diciassettenne Jenny se ne renderà presto conto.

Bello, nelle mie corde.

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