lunedì 23 novembre 2009

Batman TDK

Il significato di quest'ultima fatica di Nolan è tutto racchiuso nel titolo. Il Cavaliere Oscuro, o meglio la nobiltà tetra del senso di giustizia. Gioca tutto sul filo di lana il senso morale di quest'ultimo Batman, si avverte fin dalle prime immagini un equilibrio precario, una costante incertezza e una ambivalenza tra bene e male. Il bianco e il nero forse non esistono, c'è un'infinita scala di tonalità di grigio e lo spettatore viene costantemente sorpreso a farsi domande. Quando l'arte mette in crisi le ideologie e le "certezze", umane diventa grande.
The Dark Knight differisce profondamente dal Batman Begins, nel primo lavoro di Nolan dovevamo fare i conti con le nostre fobie e con l'abilità di trasformare le paure in forza, dovevamo scontrarci con il senso di giustizia e possederlo senza violentarlo. Qui siamo costretti a porci domande, a metterci in discussione, perchè il bene assoluto è un'utopia e sarebbe sbagliato vivere credendo in esso.
Molta America in questo film, in un momento in cui gli States stanno vivendo una profonda crisi ideologica, The Dark Knight sembra calzare a pennello lo stato d'animo della popolazione americana. E' un film specchio, riflette l'umanità e l'attualità, fa parte dei nostri giorni.
Fare cinema rimanendo ancorati alla realtà è stata una costante di questi ultimi mesi, penso a Gomorra e al Divo, film nostrani che descrivono lo stato attuale delle cose. Anche qui, negli Stati Uniti, il grande cinema parla un linguaggio reale. La fabbrica dei sogni funziona ancora, ma c'è voglia di esprimere le proprie paure, l'avevamo notato con There Will Be Blood, con No Country For Old Men e adesso lo avvertiamo con The Dark Knight, film non inferiore ai primi due che ho citato.
big_the_dark_knight_3Una parentesi necessaria va aperta su Joker, e senza farmi influenzare dai facili sentimentalismi legati alla morte di Ledger, posso tranquillamente affermare che si tratta di uno dei personaggi più riusciti degli ultimi anni. Non solo grazie alla magnifica interpretazione, ma anche perchè rappresenta alla perfezione l'attualità, il film, la follia organizzata dell'umanità, la fragilità delle certezze. Psicologicamente molto ben approfondito, difficilmente riuscirò a dimenticarlo, rimarrà ancorato alla mia memoria così come lo sono Alex DeLarge o Jack Torrence. Joker è il protagonista, non è un attore di contorno, non è secondario. Joker è il film, ne rappresenta l'essenza, è la colonna portante, è uscito magnificamente dalla mente del regista e si è materializzato grazie a Heath. Un Oscar sarebbe meritato, anche se personalmente trovo più prestigioso scapolare l'odiosa statuetta.
Questo grandioso film ultra costoso, non è un giocattolo, non è un popcorn movie, a meno che qualcuno goda di una digestione invidiabile. E' uno specchio dei tempi, peccato però, che Batman non esiste.

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