lunedì 23 novembre 2009

Frozen River

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E' un fiume di ghiaccio quello che la protagonista di questa triste favola moderna, deve percorrere per trovare di che vivere, per garantire un tetto ai propri figli, per impedire che si nutrano solo di popcorn e di succo d'arancia annacquato.
E' un fiume che mette in comunicazione due mondi, diversi, ma entrambi emarginati. E a fare da confine è una riserva indiana, una delle molte degli Stati Uniti, una di quelle in cui le forze dell'ordine non possono entrare.
Il senso di responsabilità materno non conosce ostacoli, ma la paternità? Tre madri, due oltre la protagonista, mostrano di essere disposte a tutto pur di garantire la sopravvivenza dei propri figli, sono madri sole...madri-coraggio? L'eccesso di nichilismo e perchè no, di acrimonia verso il sesso maschile, rende questo film eccessivo. Troppa ricerca del dolore nell'albero di Natale senza i regali, se poi ci aggiungiamo bambini che praticamente muoiono di fame, donne logore e con le unghie sporche, lavori sottopagati, razzismo, case simili a container, adolescenti cresciuti prima del tempo, traffico di persone, abbandono e disperazione, ecco che la pellicola spinge un po' troppo sull'acceleratore del disfattismo.

Bella e metaforica la giostra costruita dall'unico personaggio che comunica ottimismo e forza.

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