lunedì 23 novembre 2009

UP

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Ormai è una certezza, ogni appuntamento con la Pixar si trasforma in un incontro con la poesia. Perchè se il cinema può essere terapeutico, nei film che la casa produttrice ci ha proposto da diversi anni a questa parte, troviamo delle panacee efficaci per i mali della nostra vita.
UP è un film che si sviluppa tra realtà e fantasia, che fa bene al cuore e allo spirito. E' la storia di Carl, un uomo comune con alcune amarezze, che si ritrova vecchio e infermo. E' rimasto solo nella sua casetta di legno, aggrappato al ricordo di Ellie, la sua amata moglie che non c'è più. Ma Carl è stato anche bambino, e insieme alla sua compagna, ha sognato un luogo lontano, felice, vicino ad una cascata: hanno sempre desiderato il paradiso. E così Carl, insieme al suo compagno di viaggio Russell, un piccolo scout, intraprende la sua odissea verso l'eden. Perchè quando muore Ellie, muore anche Carl. Solo la forza del suo amore verso la moglie ed il loro sogno comune, lo spinge a sollevare la sua amata casetta con migliaia di palloncini, e a ridargli la vita.
La prima parte del film è qualcosa di travolgente, ogni immagine parla da sola, ogni fotogramma illustra, in assenza di parole, la vita di Carl, dall'infanzia alla vecchiaia. Passo dopo passo spiega senza raccontare, raccogliendo in poche decine di minuti, tutta la potenza dei film Pixar. Le immagini contano, più delle parole.
E così, UP, diventa un film sui sogni, con la consapevolezza che la vita non è un sogno. Ma non è solo questo, diverse le tematiche affrontate da questo piccolo capolavoro: il rapporto di mutuo scambio tra generazioni, l'amore come progetto comune, il rispetto per il diverso, la tutela di tutte le creature, l'importanza e la devastazione dell'urbanizzazione, la felicità fatta di piccole cose, i sogni che s'infrangono.
Carl ed Ellie in cima alle cascate non ci sono stati, ma le loro anime si: le due poltrone sono sempre lì.

E noi spettatori, ci commuoviamo.

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