lunedì 23 novembre 2009

Marie Antoinette

venerdì, 03 ottobre 2008

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Il giudizio di un film dipende moltissimo dallo stato d'animo in cui ci troviamo durante la visione. Quando vidi al cinema l'ultima opera della Coppola, mi aspettavo altro. Nella mia mente sono sempre state impresse le delicate immagini di Lost in Translation, le tematiche sussurrate, il senso di vuoto e la tensione emotiva che la pellicola mi aveva trasmesso. Frastornata dai colori, musiche e costumi, non mi ero accorta che anche Marie Antoinette trasmettesse le stesse identiche sensazioni. (Ri)Visto a casa (con tutti i contro di una visione casalinga), il film miracolosamente si è spogliato dei sovraccarichi e si è mostrato per quello che in effetti è. Un viaggio nella solitudine della gioventù, una galera d'oro nella quale il tempo è noia, la tristezza dell'incomunicabilità, la difficoltà delle relazioni, la superficialità della vita sociale. Giocato tra moderno e antico, pennellato di rosa e celeste, riempito da fiumi di champagne, il film riesce comunque a incutere tristezza in chi lo vede. Ci si riconosce nella protagonista, nonostante sia lontana da noi anni luce, la sentiamo vicina e almeno una volta nella vita abbiamo vissuto i momenti di Marie Antoinette. Sofia Coppola con la sua bellissima e intensa trilogia, ha dimostrato passo dopo passo, di essere cresciuta tantissimo.

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