lunedì 23 novembre 2009

Il Dio delle piccole cose

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Per quanto a me piaccia entrare nelle librerie, annusare le pagine dei libri freschi di stampa, frugare tra i remainders, scoprire le nuove uscite, per poi tornare a casa con libri diversi da quelli che cercavo; ho deciso di non tradire il verde della campagna che mi circonda per l'afa cittadina di questi giorni. Così ho ordinato quattro libri su un sito internet affidabile: tre di Chuck Palahniuk, autore che mi ha interessato molto col suo "Survivor", e uno per bambini a sfondo ecologista. La scelta è stata faticosa, questi siti dediti alla vendita di libri e cd, sono una sorta di pozzo di San Patrizio per gli appassionati. Si trova di tutto, in edizione economica e non, e i prezzi sono ottimi.
Vista l'unica esperienza precedente di acquisto internettiano, ho deciso di non usufruire del corriere. Perchè si sa, bisogna passare due giorni chiusi tra le mure domestiche ad aspettare il suono del campanello, senza distrazioni, se lo si vuole intercettare. Anche solo una doccia potrebbe costare la mancata consegna del prezioso pacchetto, o magari un raro momento di relax con le cuffie dell'iPod. La tragica esperienza di essere assente nel momento fatidico, l'avevo già provata. Mi sono ritrovata due giorni dopo in un dedalo in piena zona industriale (sotto Natale), dal quale sono uscita sconfitta e senza libri. I magazzini dei corrieri sono nascosti bene...
Quindi mi sono messa nelle mani della Dea Posta, consapevole che i cinque giorni di attesa forse sarebbero diventati dieci. Ma ho pensato che comunque, se a casa non ci fossi stata ad accogliere il postino, il giorno dopo avrei fatto poche centinaia di metri fino all'ufficio postale. Niente di terribile, in fondo. Quindi il mio acquisto è stata una mossa studiata, pensata, ponderato e misurata. Sia nella scelta del materiale da acquistare, sia nella modalità di spedizione. Passati due giorni ho controllato la posta elettronica, una sollecita mail mi avvertiva che i libri erano stati spediti, e che entro tre giorni sarebbero arrivati. Dopo una settimana dall'ordine ho cominciato a pensare "domani arriva il pacco", e l'ho continuato a pensare tutti i giorni, fino al quindicesimo, quando un cartellino giallo infilato nella cassetta della posta e scritto male da un'impiegata sicuramente svogliata, mi informava dell'arrivo dei libri.
Ecco, io ammetto che ai libri ci ho pensato e anche molto. Mi sono gustata l'attesa, e devo dire che avrei aspettato ancora altro tempo. Quando ho portato a casa il pacchetto di cartone avvolto nel nastro adesivo, me lo sono guardato e ho aspettato. Ho esitato ancora qualche minuto prima di aprirlo, ho pensato che non siamo (non sono) più abituati ad aspettare, che una volta l'attesa di una lettera era una delle cose più belle. Adesso comunichiamo in tempo "reale", perchè il tempo passato ad attendere qualcosa non è forse "reale"? E' qualcosa che rende tutto più soddisfacente. Aspettare per avere qualcosa a cui teniamo e che desideriamo non è tempo perso, è tempo prezioso, è quello che rende un semplice acquisto, un piccolo piacere della vita.
Ho aperto la scatola lentamente, prima ho cercato di vedere se i libri c'erano tutti, senza aprirla del tutto, poi li ho tirati fuori. Eccoli. Quattro semplici volumi, tre Oscar Mondadori e una carinissima e colorata edizione Giunti Junior. Non me li aspettavo così belli, scommetto che se li avessi visti in libreria non li avrei notati. Invece sono meravigliosi, come meravigliosa è stata l'attesa.

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