lunedì 23 novembre 2009

Chéri

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Stephen Frears torna a dirigere Michelle Pfeiffer dopo anni dal successo de Le Relazioni Pericolose. Il film è tratto da un romanzo di Colette e narra l'amore ai tempi della belle époque tra Léa, cortigiana d'alto bordo famosa e ancora bellissima, ma ormai ritirata a vita privata, e Chéri, giovane e dissoluto figlio di Madame Peloux, ex-collega di Léa, diversa da quest'ultima,sia per bellezza che per classe ed eleganza.
Molte inquadrature mozzano il fiato, sembrano tele di Renoir o di Monet che prendono vita. Molto bella la fotografia, piena, opulenta, colorata. Curatissime le scenografie e le ambientazioni della belle époque. I personaggi comprimari sono quasi surreali, effimeri, e poi c'è lei...splendida, eterea, di una bellezza unica. Interpreta una donna che non appartiene a questo mondo, un angelo irreale e immortale. Avvolge col suo sguardo, comunica tutta la sua solitudine, perchè consapevole di non essere come gli altri e soprattutto di non avere niente in comune con gli altri. La Pfeiffer è talmente brava e ben diretta, che si stenta a capire dove finisce il personaggio e comincia la persona. Credo che questo film sia soprattutto Michelle Pfeiffer, la sceneggiatura e le particolarità della trama, passano sicuramente in secondo piano, sfuggono e praticamente neanche si notano. Tutta l'attenzione viene focalizzata sulla protagonista, ogni mossa e ogni respiro comunica sensazioni divine. Poi arriva la fine e con un'inquadratura immobile sul suo volto sale il terrore, sembra quasi di vedere uno spettro. Finisce l'amore, finisce la vita e finisce anche la Dea.
Se da una parte il film gode di una buona regia tecnica, dall'altra ci sono poche intenzioni di dare spessore e profondità ai sentimenti che si sviluppano tra i protagonisti. Il gioco amoroso che diventa reale, è lasciato a mezz'aria, così come il senso di solitudine e di incomprensione. Non si riescono alla fine, a cogliere le sfumature emotive dei protagonisti, forse a causa anche di una sceneggiatura non proprio perfetta.

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